
E’ difficile non amare San Pietro, anche se non si è particolarmente credenti. Tra tutti gli apostoli, e più in generale tra tutti i santi, è quello più “umano”, quello con il quale è più semplice sentirsi vicini. Il suo percorso di vita non è stato sempre retto. Al contrario commette diversi errori e peccati piuttosto lontani dal concetto di santità. Come quando taglia l’orecchio di un soldato durante l’arresto di Gesù. O come quando lo rinnega per 3 volte. O come quando non si fida della sua parola e rischia di annegare. Pietro è un uomo che mostra le sue fragilità, è impulsivo, emotivo, titubante e sopraffatto dalla paura. E’ difficile non amarlo perché ci ricorda tutti noi.
Eppure Pietro si pente, comprende i suoi errori, piange, cambia il suo modo di vivere e si sacrifica. Forse è per tale motivo che Gesù lo sceglie come capo della Chiesa. “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” [Matteo 16:18-19].
Pietro quindi viene nominato come primo papa e si sposta a Roma per diffondere il Vangelo nella città capitale di quel grande impero che si estendeva per tutto il Mediterraneo e buona parte dell’Europa.
Il questo articolo ripercorriamo le tappe della vita di San Pietro a Roma, partendo da dove ha vissuto fino ad arrivare ai luoghi del martirio e della sepoltura. Sono luoghi che sono stati monumentalizzati con la costruzione di chiese ed edifici vari. Luoghi da sempre meta di pellegrini che giungono da tutto il mondo.
I luoghi di San Pietro a Roma
Attraverso le fasi della vita di San Pietro ripercorriamo i suoi luoghi:
- Dove visse San Pietro: Basilica di Santa Pudenziana e Chiesa di Santa Prisca
- San Pietro fugge da Roma: la Chiesa del Domine Quo Vadis?
- Il luogo della prigione: il carcere Mamertino
- La crocifissione: il Tempietto di San Pietro in Montorio
- Dove viene sepolto San Pietro: Basilica di San Pietro in Vaticano
Le dimore di San Pietro a Roma
Giunto a Roma Pietro trova dimora presso diverse famiglie che lui stesso converte battezzandole.
La Basilica di Santa Pudenziana
Anche se non esistono prove storiche che possano confermarlo, secondo la tradizione Pietro visse per circa 7 anni nella casa del senatore Pudenzio, nel rione Monti. Oggi, sui resti di quella dimora, si trova la chiesa di Santa Pudenziana, costruita a partire dal V secolo, che custodisce la tavola dove Pietro celebrava l’eucarestia.
La chiesa di Santa Pudenziana a Roma è famosa anche per il bellissimo mosaico dell’abside, uno dei più antichi e meglio conservati monumenti figurativi di tipo basilicale. Viene rappresentato Cristo seduto su un ricco trono d’oro impreziosito da gemme, circondato dagli apostoli. Nella parte più alta spicca una croce, anche essa d’oro e anche essa impreziosita da gemme, circondata dalla città di Gerusalemme. Il mosaico è particolarmente importante perché testimonia l’influenza dell’arte bizantina nella cultura romana (influenza che prenderà il sopravvento di lì a poco).
Chiesa di Santa Prisca
Quella di Santa Pudenziana non è l’unica chiesa costruita sopra un’abitazione che ha ospitato San Pietro. Esiste anche la Chiesa di Santa Prisca, sull’Aventino, costruita sulla casa di Santa Prisca. Qui Pietro amministrava il battesimo.
La chiesa di Domine Quo Vadis

Sulla Appia antica, a circa 800 metri dalla porta di san Sebastiano, si trova una piccola chiesetta di origine medievale che è stata successivamente ricostruita a partire dal XVII secolo. La chiesa sorge nel punto esatto dove, secondo l’episodio narrato negli atti di Pietro, l’apostolo avrebbe incontrato Gesù dopo la sua morte.
Pietro infatti, spaventato dalle persecuzioni dei cristiani volute dall’imperatore Nerone, fugge via da Roma in cerca di un sicuro rifugio. Qui incontra Gesù che al contrario si sta dirigendo verso Roma, con la croce sulle sue spalle. Pietro allora gli domanda “Domine, quo vadis?”, ovvero “Signore, dove vai?”. Gesù gli risponde “Eo Romam iterum crucifigi“, ovvero “Vado a Roma a farmi crocifiggere di nuovo”. Pietro capisce che non può abbandonare di nuovo Gesù e così torna indietro per andare incontro al suo destino.
La scena viene raffigurata da diversi artisti. Qui vi propongo la versione di Annibale Carracci, realizzata nel 1601, che oggi si trova alla National Gallery di Londra.
Il carcere Mamertino
Una volta arrestato Pietro viene portato insieme a San Paolo al carcere Mamertino, che si trova ai piedi del Campidoglio, nel Foro Romano, esattamente sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. Era il carcere simbolo di Roma, dove vennero rinchiusi i più grandi nemici di Roma. Tra i nomi più eccellenti spiccano Vercingetorige, re dei Galli; Giugurta, re dei Numidi; alcuni compagni di Catilina.
Secondo i vangeli apocrifi qui Pietro avrebbe fatto scaturire dalla roccia una fonte d’acqua con la quale battezzò alcuni prigionieri e i suoi due carcerieri Processo e Martiniano, che a causa della loro conversione furono martirizzati
Oggi il carcere Memertino è visitabile.
Il tempietto di San Pietro in Montorio
Secondo la tradizione San Pietro e San Paolo vennero uccisi lo stesso giorno, ovvero il 29 giugno dell’anno 67 d.C. San Paolo fu decapitato mentre San Pietro fu crocifisso a testa in giù, poiché non si sentiva degno di essere crocifisso come il suo Maestro.
Sempre secondo la tradizione il martirio sarebbe avvenuto sul colle Gianicolo. Nel 1502, esattamente dove San Pietro era stato crocifisso, viene realizzato il tempietto di San Pietro in Montorio, conosciuto anche con il nome di tempietto del Bramante. Si tratta di un piccolo tempio, di forma circolare, che richiama gli antichi templi romani in onore di Vesta, considerato uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale. Palladio lo definirà non una copia fedele dell’antico ma opera di pari ispirazione e levatura.

Bramante, urbinate di nascita e di formazione (come Raffaello), trova la sua consacrazione prima a Milano alla corte di Ludovico il Moro (dove conosce Leonardo, diventandone un suo carissimo amico) e poi a Roma, dove diventerà l’architetto di fiducia del papa Giulio II della Rovere. Sarà il primo architetto al quale verrà affidato il cantiere della nuova Basilica di San Pietro. Il suo tempietto è così famoso che verrà citato da Raffaello nel suo Sposalizio della Vergine.
La Basilica di San Pietro e la necropoli vaticana

Dopo la sua morte Pietro viene seppellito in una necropoli che si trovava nella zona del Vaticano. Ed esattamente qui, quasi 300 anni dopo, che viene costruita la Basilica di San Pietro.
La prima basilica costantiniana
Dopo l’editto di Milano, che di fatto poneva fine alle persecuzioni cristiane, e dopo avere avviato i lavori per la costruzione della Basilica di San Giovanni in Laterano, l’imperatore Costantino decide di fare costruire una basilica nel punto esatto in cui San Pietro era stato seppellito. L’impresa non si presentava di certo come la più semplice, sia per la natura del terreno, sia perché quella era una necropoli ancora attiva e per la costruzione della basilica si rendeva necessario violare alcune tombe. Ma Costantino era l’imperatore e grazie al suo potere e alla sua autorità riuscì a bypassare queste due problematiche con grande facilità.
Quella costruita da Costantino è la prima versione della basilica di San Pietro, una chiesa di enormi dimensioni, che è rimasta attiva per più di 1000 anni, fino all’inizio del XVI secolo, quando si decise di demolirla e di ricostruirla d’accapo. Di quella prima versione purtroppo oggi non ci rimane molto. Solo qualche affresco che la ritrae e frammenti di alcune delle sue decorazioni.
L’attuale basilica di San Pietro
L’attuale Basilica di San Pietro si trova esattamente nello stesso punto della precedente, e fu costruita a partire dal 1506 per volontà del papa Giulio II. Per quei pochi che non lo conoscessero papa Giulio II fu un grande mecenate e amante dell’arte. Commissionò numerose opere a Michelangelo e Raffaello, che tra l’altro furono entrambi architetti (seppure in momenti diversi) del cantiere di San Pietro. Tra gli altri architetti impegnati troviamo Donato Bramante, Giuliano da Sangallo e Carlo Maderno. La basilica viene completata nel 1626, sotto il pontificato di Urbano VIII.
L’attuale basilica di San Pietro rispetta per la quasi totalità il progetto di Michelangelo, al quale si sono aggiunte le modifiche di Carlo Maderno nella parte relativa alla facciata e al suo prolungamento. La basilica è lunga 218 m., alta 136 m. con un’area complessiva di 23 mila m2. E’ la più grande delle quattro basiliche papali.
La cupola di Michelangelo
Michelangelo si occupa anche della costruzione della cupola della Basilica di San Pietro, conosciuta anche come “il cupolone”. Infatti svetta altissima ed è visibile da tutta Roma. Serviva anche come punto di riferimento per i pellegrini, in modo che potessero seguirla e raggiungere così più facilmente la basilica. Michelangelo tra l’altro progetta l’altezza della cupola anche in modo tale che possa essere ben visibile dalla facciata. Cosa che noi purtroppo oggi non possiamo apprezzare perché la facciata è stata allungata per esigenze di capienza e quindi la cupola la vediamo schiacciata.
Se dall’esterno la cupola serve ad indicare dove si trova la chiesa, all’interno serve ad indicare il punto esatto dove si trova la tomba di San Pietro. Infatti questa si trova sotto l’altare che a sua volta è posto sotto la cupola. Ma giusto per voler mettere ancora più in evidenza la tomba, sopra l’altare viene realizzato anche il baldacchino di Bernini.
Il Baldacchino di Gian Lorenzo Bernini
Nel 1624 papa Urbano VIII commissiona al giovane Gian Lorenzo Bernini la realizzazione di un baldacchino in bronzo, con base in marmo, da porre sopra l’altare. Quindi immaginate questa sequenza: abbiamo la tomba di San Pietro; sopra è posizionato l’altare; sopra l’altare è posizionato il baldacchino di Bernini; e sopra tutto questo si trova la cupola di Michelangelo. Una lunga linea verticale che dalle viscere della terra conduce fino al cielo, indicando un percorso ascensionale denso di sacralità.
Il baldacchino è l’opera architettonica più rivoluzionaria di Bernini, talmente rivoluzionaria che oggi si è propensi a credere che dietro ci sia la mano del più fantasioso e creativo Francesco Borromini.
Il baldacchino è sorretto da 4 colonne tortili che diventeranno elemento ricorrente di tutta l’architettura barocca. In realtà Bernini fa una serie di citazioni colte. Le colonne tortili infatti erano presenti nel tempio di Salomone, considerato il primo tempio ebraico di Gerusalemme. Ma le colonne tortili erano presenti anche nella vecchia basilica costantiniana, quella che fu abbattuta per fare spazio alla nuova. Un modo per creare un significativo legame cn il passato.
La Cattedra di San Pietro
Sempre Bernini realizza la Cattedra di San Pietro che si trova nella conca absidale, praticamente alle spalle del baldacchino. Si tratta di un trono ligneo, da cui partono 4 bracci, sostenuto da 4 padri della Chiesa: 2 sono della Chiesa d’Occidente, e sono S. Ambrogio e S. Agostino; gli altri 2 sono della Chiesa d’Oriente e sono S Atanasio e S. Giovanni Crisostomo.
Ma non è tutto. La cattedra è in realtà un reliquiario che custodisce i resti della sedia dove solitamente San Pietro si sedeva per predicare. Il tutto solennizzato da una raggiera luminosa circondata da angeli. Un trionfalismo (tipicamente barocco) e uno sfarzo che sembrano volerci trasmettere molto di più di una semplice ostentazione di ricchezza e potere.
Infatti dietro questo progetto c’è la precisa volontà da parte della Chiesa di Roma di ribadire il suo primato, visto e considerato che qui si trovano i resti di quell’apostolo a cui Gesù stesso aveva incaricato di costruire la sua chiesa. Una risposta chiara e altisonante a qui protestanti che rinnegavano questa autorità e che consideravano lo stesso papa un anticristo.
La Chiesa di San Pietro in Vincoli
E concludiamo questo nostro viaggio alla scoperta dei luoghi di San Pietro a Roma con un ultima chiesa che in realtà non testimonia la presenza di Pietro nella nostra capitale, ma è stata costruita per celebrare qualcosa che lo riguarda.
Si narra che Elia Eudocia, giunta in Palestina, ricevette in dono le catene con le quali era stato incatenato Pietro durante la sua prigionia a Gerusalemme. Le porta a Roma, le mostra a papa Leone I che le avvicina a quelle con cui Pietro invece era stato incatenato nel carcere Mamertino. E qui avviene il miracolo: le due catene si fusero in un unica catena, senza alcuna possibilità di separazione. per celebrare questo evento e questo ritrovamento fu costruita la Chiesa di San Pietro in Vincoli.
Siamo nel rione Monti, sul colle Oppio, a circa 500 metri dal Colosseo. La chiesa è famosa perché qui è stata collocata la tomba di Giulio II, realizzata da Michelangelo, con la splendida statua del Mosé.
Post molto interessante! Tra l’altro si inserisce in un filone che avevo intrapreso anch’io per quest’anno di Giubileo, perché ho raccontato i luoghi di San paolo e i luoghi di Santa Cecilia: credo che siano itinerari molto interessanti per diversificare e anche decongestionare il centro di Roma che quest’anno è e sarà particolarmente frequentato da turisti e pellegrini.